Prodotti tipici lucani
 
 
Ambiente | Cultura | Agricoltura biologica | Contatti | Manifestazioni | | Dieta Mediterranea | Grumentum |
 
 
Home page
Vino doc Terre Alta Val d'Agri
Aglianico del Vulture
Taurasi
Vino biologico - Organic wine - Orvine
Olio extravergine di Montemurro
Vino IGT Grottino di Roccanova
Pecorino canestrato di Moliterno
Fagioli IGP di Sarconi
Peperoni di Senise
Vino D.O.C. Matera
Caciocavallo podolico
Salumi lucani - Prosciutto
Pasta fresca
Caciocavallo di Filiano Pecorino di Filiano
Hotel-ristoranti di Basilicata e Vallo di Diano
Agriturismo in Val D'Agri
Itinerari enogastronomici
 

Agricoltura biologica

Il termine "agricoltura biologica" indica un metodo di coltivazione e di allevamento che ammette solo l'impiego di sostanze naturali, presenti cioè in natura, escludendo l'utilizzo di sostanze di sintesi chimica (concimi, diserbanti, insetticidi) per la concimazione dei terreni e per la difesa fitosanitaria.

Con l’Agricoltura biologica si è voluto sviluppare un modello di produzione che eviti lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, in particolare del suolo, dell'acqua e dell'aria, utilizzando invece tali risorse all’interno di un modello di sviluppo che possa durare nel tempo.

Per salvaguardare la fertilità naturale del terreno gli agricoltori biologici concimano con materiale organico (compost, letame, ecc.) abbinato alla tradizionale rotazione delle colture, evitando così lo sfruttamento intensivo dei suoli.

Per quanto riguarda i sistemi di Allevamento, si pone la massima attenzione al benessere degli animali, che si nutrono di erba e foraggio biologico e con una dieta bilanciata secondo il fabbisogno nutrizionale degli animali. Non possono comunque mai essere somministrati agli animali allevati con metodo biologico, quelle sostanze stimolanti della crescita o stimolatori dell'appetito sintetici che portano un bovino in un anno al peso commerciale che avrebbe raggiunto in tre; non si possono somministrare conservanti e coloranti, urea, o sottoprodotti animali (es. residui di macello o farine di pesce ai ruminanti, causa del morbo della mucca pazza), escrementi o altri rifiuti animali; alimenti sottoposti a trattamenti con solventi (es. panelli di soia o altri semi oleosi) o addizionati di agenti chimici in genere; organismi geneticamente modificati; vitamine sintetiche.

D’altro canto si deve ben specificare che un prodotto biologico viene incentivato non solo perché più rispettoso dell’ambiente, ma anche perché è più sano, più naturale e quindi più buono.
Si deve inoltre distinguere il prodotto da agricoltura biologica dal prodotto da trasformazione biologica. Il biologico è un marchio che contrassegna un metodo di produzione e non il metodo di trasformazione (non è la mela ad essere biologica, ma il tipo di coltivazione).

A questo proposito il vino si presta ottimamente come esempio: la dicitura corretta delle etichette, infatti riporta la scritta – vino ottenuto con uve da coltivazione biologica - e non vino biologico. Infatti il vino biologico è l’unico prodotto trasformato che non ha una normativa comunitaria nel Regolamento Europeo 2092/91 (quello che definisce l’agricoltura biologica). Si potrà solo parlare di uva biologica, dal momento che è codificato il metodo per produrla ma al momento non c’è disciplinare per la trasformazione delle uve in vino secondo un metodo “biologico” anche se non vi è niente di più biologico della fermentazione naturale delle uve.